Con gli occhi socchiusi per le ore infinite passate alla tastiera e per il troppo poco riposo.
Gli ultimi cinquanta metri sono sempre i più difficili.
Veramente lo sembravano anche i primi tre. E pure tutti quelli successivi.
Sogni solo di toglierti quel peso che senti sulle spalle, dopo che avrai attraversato il traguardo e di goderti un sonno ristoratore.
Ma sai anche quanto sia importante ogni passo: è il processo ad essere trasformativo, non tanto il piede che oltrepassa la linea.
Rimpiangerai questo tempo di tensione verso un obiettivo così grande, sai anche questo. Vuoi godertelo perchè non tornerà, non ci sarà mai più niente così. È il bello delle prime volte.
La voglia di finire e lo sfinimento non ti impediscono di sentire la tristezza per la chiusura, la separazione. Hai questa ambivalenza dentro di te e sai che è normale.
È difficile mettere due pensieri in fila, ma senti che gratitudine per tutto il sostegno e senti che gioia per quello di bello che stai creando in mezzo ad un mondo di orrori.
Prendi fiato.
Un passo dopo l’altro.
Ascolta il tifo.
Resta in contatto.
Ancora, per questi ultimi passi.
Sorridi.
Prendimi la mano.
Ce la puoi fare, lo stai facendo.
Storie di: maratone, gravidanze, start up, tesi, traslochi, progetti.
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