Spesso quando si comincia una psicoterapia, si chiede: “Ok, ma quando finirò? Quanto dura? Come faccio a capire che ho finito?”.
Dipende, ovviamente.
Dipende da tanti fattori, primo fra tutti il bisogno con cui si arriva. Ad esempio: cosa voglio capire di me? Cosa voglio cambiare? In che modo?
Quanto può cambiare questo bisogno durante il percorso e quanto è bello lasciarsi sorprendere dalla vita che ci pone nuove sfide e ci fa desiderare nuovi strumenti per affrontarle.
E poi arriva, ad un certo punto, in un modo o nell’altro, il momento di salutarsi. Ci si allena anche per salutarsi, se possibile ci si prepara.
È un momento triste, è normale quando si è condiviso così tanto.
Alle volte si ha un po’ paura: come farò adesso quando ho un problema? A chi racconterò tutte le mie preoccupazioni? E se non ho proprio finito il lavoro? Spoiler: è normale anche avere paura!
È anche un momento di felicità: vuol dire che in qualche modo sto meglio di quando ho cominciato, che ora posso andare. E che curiosità, di andare!
Tentenno nella scrittura, quando il punto vuole essere una dedica alle persone che ho incontrato, che mi hanno affidato parti di loro e che ho salutato, in un misto di tristezza e felicità.
“Chi è entrato nella stanza della terapia, non esce più dalla nostra vita”, Dolores Munari Poda, 2015.
Buon volo!
Chiara
